1972 E' nel moto club di Castiglion Fiorentino, che, 1972 Fabrizio Meoni, seguendo le orme di un folto gruppo di appassionati motociclisti di enduro tra cui Aldo Cappelletti, Tito Cacioli, Giona Pilucchini e tanti altri, inizia la carriera con un fuoristrada Fantic Motor Caballero 50cc.
1974 Acquista la sua prima moto: un fuoristrada Ancilotti 50cc. Enduro
1975 Con tanta passione
ed impegno inizia le prime gare di enduro regionali con l'Ancillotti
50cc. anche se poche sono le risorse economiche e nonostante il padre
considerasse il mondo delle corse "...pericolose e troppo costose..."
Tuttavia i risultati sono più che incoraggianti.
Riesce a vincere qualche gara seppur il tempo a sua disposizione per
l'attività agonistica sia poco.
1976 Cambia la sua moto Ancilotti 50cc. dapprima con una Beta 125 GS e, successivamente, visti i problemi meccanici, con una SWM 125
1977
Il Sig. Valdambrini, proprietario di una concessionaria di moto di
Arezzo (Casa della moto), gli affida un Fantic Motor 125cc.. 1978 Prosegue
la sua attività motociclistica con Fantic Motor e il sig
Valdambrini, credendo sempre su di lui, gli consegna un furgone Fiat
238 per le sue trasferte. 1979/1980
Dalla categoria Junior Fabrizio passa, con grande
soddisfazione, alla categoria Senior. Ed è con l'Ancilotti
250cc. ufficiale che entra nella squadra nazionale di enduro. Partecipa
al campionato europeo è due volte 3° alle Valli Bergamasche
e due volte 3° in Spagna. Tuttavia quello è l'anno del
servizio militare e nonostante la poca continuità risulta essere
6° e 7° in campionato. 1981 Inizia l'anno con la SWM ufficiale
sia 175cc. che 350cc. per proseguire le sue gare. Ma nello stesso tempo
insieme, al suo socio Paolo Acciai, apre una rivendita di moto da
fuoristrada con annessa officina riparazioni e preparazioni: La Steels. 1982 Interrompe la
sua attività agonistica: stop agli allenameni, stop alle gare
fino all'87. Si dedica così anima e corpo al lavoro.
1987
La passione per Meoni sembra non finire. 1988
Continua a salire in moto quasi per divertimento
solo in occasioni di gare e soprattutto senza allenamento.
Aumenta l'impegno di Fabrizio e con esso anche i risultati.
Infatti, riesce a così a vincere il 1° CAMPIONATO TOSCANO
ENDURO 125 cc. cat. Junior.
Fabrizio si dedica completamente alla sua moto, lasciando anche gli
studi di ingegneria con grande delusione del padre.
In quell'anno riesce a vincere:
1° CAMPIONATO TOSCANO 125cc.
2° CAMPIONATO ITALIANO 125 cc. Junior
Assorbito dagli impegni di lavoro lascia la SWM e continua a correre
saltuariamente in forma privata con una KTM 250cc.
Anche qui riesce ad ottenere ottimi risultati alternando all'Enduro
qualche gara di MotoCross.
E' proprio nel Cross che conquista i primi posti anche senza lo
specifico allenamento: insieme ai professionisti partecipa a gare
nazionali e vince nella categoria Junior.
"... Elena, la mia ragazza, non è d'accordo e si oppone alla
mia scelta. Conoscendomi capisce quanto sia importante per me
l'attività motociclistica..... Ma i problemi legati
Le sue gare iniziano con KTM 250 cc. gare saltuarie e non preparate.
Pur senza allenamento è 1° CAMPIONE ASSOLUTO nell'enduro in
Toscana.
Ma i risultati non cambiano:
1° ASSOLUTO CAMPIONE TOSCANO
1° CAMPIONE ITALIANO JUNIOR 250cc.
Nello stesso anno un sogno si realizza: si sposa con Elena che non hai
mai smesso di credere in lui.
1989
Fabrizio è nella classe Senior ma in quest'anno cessa di correre
nell'enduro.
Concentra, così, il suo poco tempo a disposizione e le sue
piccole finanze per 'L'Incas Rally', in Perù.
Il pilota noleggia una moto KTM 350 per il suo primo Rally in assoluto.
L'avventura inizia....
Le doti di grande campione emergono anche in questa occasione: Fabrizio
rischia di vincere ma, a causa di un infortunio ad un polso risulta
alla fine essere solo 4°.
Tuttavia "...E' qui che scopro la mia predisposizione e mi
appassiono completamente...".
1990
E' in quest'anno che scopre l'Africa.
Allestisce un KTM 500cc. 2 tempi per i rally per partecipare al Rally
di Tunisia pur non avendo nessuna esperienza di deserto e di
navigazione.
Si inizia: Fabrizio è da sempre nelle prime posizioni fino
all'ultima tappa. Ma la sfortuna si abbatte ancora su di lui: cade e si
infortuna (lussazione dell'anca).
Un sogno sfuma!
Ma la vendetta contro la sfortuna si consuma 3 mesi dopo:
è 1° nell'Incas Rally Lima-Rio dopo 20 giorni di gara.
1992
I tempi sono maturi: 1994
Con l'aiuto dell'importatore Dallara di Bergamo e
con l'assistenza tecnica di Romeo Feliciani, meccanico in gara, cambia
la sua moto con un Honda XR600. 1995
Nonostante il 3° posto alla precedente Dakar rischia di non essere
alla partenza, per la Granada-Dakar, per mancanza di uno sponsor.
1996 Meoni passa alla KTM 660 e corona
il suo sogno vincendo 3 tappe alla Dakar. Tuttavia il risultato finale
viene compromesso da un problema meccanico effetto di una caduta.
1997
Fabrizio viene inserito nella squadra ufficiale della KTM per 1998
Partecipa alla Dakar e nonostante il GPS condizioni negativamente
tutta la sua gara, perché non funziona quasi mai, giunge secondo
dietro Petherhansel, ma davanti a tutti gli altri suoi compagni di
squadra.
1999
E' un anno cruciale "...mi sento più forte e più
preparato, ma..." nonostante ripetuti problemi ai serbatoi e
conseguenti stop sulla pista senza benzina è terzo a 15 minuti
dal primo prima dell'ultima tappa. Ma sulla spiaggia vicino Dakar si
rompe il motore e, invano, aspetta assistenza che arriverà solo
dopo molte ore. 2000
La KTM vuole l'esclusiva ma Meoni lega anche con Assomotor, il cui
manager è Alfredo Bevilacqua. Parte per la Dakar ma si ritira
solo dopo quattro tappe per un infortunio e per problemi meccanici alla
moto. 2001
Il sogno diventa realtà.
Fabrizio partecipa alla sua prima Dakar "...Il mio Sogno!..."
Dopo 30 giorni di gara con una Yamaha XTZ660 messi a disposizione dalla
Belgarda ma completamente di serie ottiene il 12° posto assoluto
1° dei privati (Paris - LeCap) e 3° assoluto nel Rally dei
Faraoni con Yamaha 490WR 2 tempi.
Partecipa alla Paris - Dakar - Paris ottenendo: il 3° posto
assoluto, il 1° monocilindri e tra i privati il 1° posto. E'
nel Rally successivo, in Tunisia, che un incidente di gara lo priva del
suo amico Angelo Cavandoli, con il quale lottava per i primi posti.
Il dispiacere è tanto e una crisi lo accompagna fino all'anno
successivo quando, anche per la mancanza di uno sponsor, rischia di non
partecipare alla Granada - Dakar.
Tuttavia Vito Consoloni, titolare della UFO, gli viene incontro
pagandogli l'iscrizione e così riesce a partire.
Privo di meccanico e senza assistenza per assenza di budget si appresta
a partire. A tutto questo si aggiungono delle coliche renali che lo
accompagnano per tutta
Ma Fabrizio non si ferma: risulterà 4° assoluto con
"...questa è stata per me la gara più difficile… ma
anche la più bella..."
Da questa gara "...prendo coscienza della mia forza. Mi sento
più sicuro e determinato e soprattutto in grado di aprire la
pista..."
Decide di aumentare gli allenamenti, sempre seguito dal suo meccanico
fidato Romeo Feliciani; ma solo dopo
Ma la KTM gli dà ancora fiducia e lo inserisce in squadra anche
in Tunisia:
"... io contraccambio la fiducia vincendo…sarò secondo in
Dubai..."
Comunque questo è un anno più che positivo considerato
che è 1° in Egitto, 2° in Tunisia, 2° in Dubai e
2° Master Rally - Parigi - Venezia - Samarcanda - Mosca.
Quando la gara riprende è decimo.
Cominciano ad incrinarsi i rapporti con la KTM, il budget viene
diminuito e lui viene lasciato libero. Sta finendo la passione? No.
Credendo sulle sue forze e grazie all'aiuto di terzi, ancora una volta
Vito Consoloni della UFO e Aldo Wincler della NIKON ITALIA, parte per
l'Egitto e in Dubai vince due rally.
"...prima pensavo ad un ritiro...", ora questa vittoria lo
rilancia.
La KTM lo richiama e comincia a riservargli delle attenzioni che non
c'erano mai state fino a quel momento. Forse la KTM si sta davvero
rendendo conto di chi è davvero Fabrizio Meoni!!!
Tutto ciò perché la KTM gli ha preparato una moto
performante ma troppo nuova che lui considerava poco competitiva; lui
infatti avrebbe preferito partecipare con la vecchia che riteneva
più affidabile. Da questo momento Meoni viene scelto come
collaudatore dalla KTM.
I risultati non tardano ad arrivare visto che vince tutti e tre i rally.
Comunque a differenza dei suoi avversari, tutti professionisti,
Fabrizio si allena solo dopo
Ma la crescita e l'affidabilità della KTM unite all'esperienza
di guida di Meoni determineranno un cocktail di determinazione, potenza
che porteranno la marca e il pilota ad essere protagonisti di lì
a breve.
"...mi trovo di
fronte ad un bivio o lasciare
Ma ormai non torno indietro. I fatti mi danno ragione sono primo
assoluto alla Dakar...".
Subito dopo il successo, la KTM gli chiede di sviluppare la nuova moto
bicilindrica: una sfida rischiosa ma nello stesso tempo emozionante.
Meoni accetta l'incarico consapevole, tuttavia, dei rischi che si
possono correre nel lasciare una moto affidabile ed estremamente
competitiva per una moto che non dà nessuna certezza.
A ciò si aggiunge che le caratteristiche tecniche della nuova
moto non danno garanzia di risultato, in quanto la moto
risulterà sì potente ma anche molto pesante e molto
maneggevole.
Seguendo le sue indicazioni, i meccanici costruiscono una moto che
sarà subito vincente all'esordio in Egitto e alla Dakar;
quest'ultima una gara che, nel suo percorso, risultava poco favorevole
alla nuova moto bicilindrica.
"...è
mio dovere, impegno e soddisfazione ricordare coloro che sono stati
protagonisti forse più di me e mi hanno messo a disposizione una
moto vincente. Eccoli i veri campioni:
Felber Wolfgang Holweg Claus Bruno
Ferrari Romeo Feliciani..." Arnaldo
Nicoli e tutti quanti hanno collaborato al progetto LC8.
2003
Anche il
2003 è un anno fortunato per Fabrizio in sella alla sua KTM.
Fabrizio è vincente al Rally di Tunisia.
Poco dopo il suo 45° compleanno partecipa alla Dakar e guadagna un
meritatissimo terzo posto dietro ai francesi Richard Sainct e Cyril
Despres, entrambi su Ktm
La KTM 950 Rally che lo aveva portato alla vittoria nel 2002 è
stata meno affidabile delle monocilindriche che infatti si sono
aggiudicate i primissimi posti, poi la maledetta caduta alla
quattordicesima tappa, quando cercava disperatamente di accorciare il
distacco da Sainct, è stata fatale. Però la vittoria
della tappa successiva, quando ferito e dolorante è giunto primo
ad Abu Rish, ha confermato la sua razza di campione. "Ho dato tutto il
mio cuore in questa Dakar - ha dichiarato Meoni -. Ho avuto problemi
meccanici e fisici, spesso entrambi insieme. Ma credo che questa sia la
Dakar nella quale ho mostrato più coraggio. Ed è una
grande soddisfazione".
Da sempre Fabrizio Meoni è stato seguito da Romeo Feliciani meccanico di fiducia
Martedi' 11 Gennaio
2005 (da www.fabriziomeoni.it)
Meoni, il dolore della Dakar www.fabriziomeoni.it
Grande tristezza nella carovana per la morte del 47enne toscano. Fretigné: "Era un grande". Lutto cittadino nella natia Castiglion Fiorentino.
KIFFA
(Mauritania), 11 gennaio 2005 - Tanto dolore e incredulità. Sono
queste le sensazioni più forti della carovana della Dakar alla
notizia della morte di Fabrizio Meoni. Che per tutti non era un rivale,
ma un amico. All'arrivo dell'11ª tappa tutti sono rimasti
sbigottiti. A cominciare da David Fretigné, uno dei protagonisti
di questa edizione: "Eravamo pazzi di lui - ha detto il francese - ha
lasciato un segno profondo nella Dakar. Era un grande: ci faceva morire
dal ridere; questa notizia ci ha colpito in modo terribile". Un dolore
che ha colpito ancora più forte perché arrivato dopo un
solo giorno dalla notizia della morte di un altro concorrente, lo
spagnolo Jose Manuel Perez.
Carlo
De Gavardo, compagno di squadra alla KTM, non riesce a spiegarsi
l'accaduto: "Meoni fisicamente e psicologicamente era l'immagine di chi
sta bene, un pilota completo - ha assicurato oggi il pilota cileno -
sono costernato e afflitto e lo è anche mia moglie, amica di sua
moglie. Sono addolorato per la morte di un caro amico come Perez e per
quella di Fabrizio: quanto è accaduto a Fabrizio è peggio
che mai, perché inspiegabile". Tra i più colpiti dalla
notizia della scomparsa di Meoni i compagni di squadra Cyril Despres e
Jean Brucy, già provati dalla morte di Richard Sainct, tre mesi
e mezzo fa, durante il Rally dei Faraoni. I primi 20 motociclisti della
classifica hanno chiesto agli organizzatori di potersi raccogliere in
una sala appartata a Kiffa.
E
lutto cittadino è stato subito proclamato a Castiglion
Fiorentino, in provincia di Arezzo, il giorno in cui si svolgerà
il funerale di Fabrizio. Nel paese natale Meoni viveva con
Padre Buresti, 84 anni, ex missionario in Sud America e in Africa, cui Meoni bambino aveva fatto da chierichetto quando il sacerdote era parroco a Rivaio, aveva già il biglietto aereo in tasca per andare a Dakar. Avrebbe atteso il suo Fabrizio vicino alla scuola "Amici di Italia" che proprio Meoni aveva fatto costruire, già frequentata da ragazzi africani e per la quale sono in corso lavori di ampliamento. Sotto casa Meoni è arrivato anche Mario Ardenti, dell'associazione "In buone mani". "Padre Buresti - racconta Ardenti, anche lui in lacrime - avrebbe portato con sé questi depliant in Africa. E ora tutto è finito. Ma in memoria di questo grande amico, sportivo e con un cuore enorme, Castiglion Fiorentino proseguirà nella sua azione".