Omaggio a Fabrizio Meoni, il piu' grande di tutti...

 
 La sua ultima Dakar. Così aveva annunciato Fabrizio Meoni al via della superclassica del deserto. Una scelta soppesata perchè le clessidre per correre quella gara fisicamente, psicologicamente faticosissima sembravano ormai esaurite. La volontà di esserci una volta ancora prima del ritiro è stata più forte.
Nonostante i 47 anni, nonostante i suoi più valenti avversari di un tempo avessero accettato il trascorrere degli anni sposando il compromesso, votandosi alle quattro ruote.
"La Dakar, rispondeva Meoni, non si fa chiusi in un abitacolo, la moto è la vera avventura"
 
 

 1972 E' nel moto club di Castiglion Fiorentino, che, 1972 Fabrizio Meoni, seguendo le orme di un folto gruppo di appassionati motociclisti di enduro tra cui Aldo Cappelletti, Tito Cacioli, Giona Pilucchini e tanti altri, inizia la carriera con un fuoristrada Fantic Motor Caballero 50cc.

1974 Acquista la sua prima moto: un fuoristrada Ancilotti 50cc. Enduro

 1975 Con tanta passione ed impegno inizia le prime gare di enduro regionali con l'Ancillotti 50cc. anche se poche sono le risorse economiche e nonostante il padre considerasse il mondo delle corse "...pericolose e troppo costose..."
Tuttavia i risultati sono più che incoraggianti.
Riesce a vincere qualche gara seppur il tempo a sua disposizione per l'attività agonistica sia poco.

1976 Cambia la sua moto Ancilotti 50cc. dapprima con una Beta 125 GS e, successivamente, visti i problemi meccanici, con una SWM 125

1977 Il Sig. Valdambrini, proprietario di una concessionaria di moto di Arezzo (Casa della moto), gli affida un Fantic Motor 125cc..
Aumenta l'impegno di Fabrizio e con esso anche i risultati.
Infatti, riesce a così a vincere il 1° CAMPIONATO TOSCANO ENDURO 125 cc. cat. Junior.

1978 Prosegue la sua attività motociclistica con Fantic Motor e il sig Valdambrini, credendo sempre su di lui, gli consegna un furgone Fiat 238 per le sue trasferte.
Fabrizio si dedica completamente alla sua moto, lasciando anche gli studi di ingegneria con grande delusione del padre.
In quell'anno riesce a vincere:
1° CAMPIONATO TOSCANO 125cc.
2° CAMPIONATO ITALIANO 125 cc. Junior

1979/1980  Dalla categoria Junior Fabrizio passa, con grande soddisfazione, alla categoria Senior. Ed è con l'Ancilotti 250cc. ufficiale che entra nella squadra nazionale di enduro. Partecipa al campionato europeo è due volte 3° alle Valli Bergamasche e due volte 3° in Spagna. Tuttavia quello è l'anno del servizio militare e nonostante la poca continuità risulta essere 6° e 7° in campionato.

1981 Inizia l'anno con la SWM ufficiale sia 175cc. che 350cc. per proseguire le sue gare. Ma nello stesso tempo insieme, al suo socio Paolo Acciai, apre una rivendita di moto da fuoristrada con annessa officina riparazioni e preparazioni: La Steels.
Assorbito dagli impegni di lavoro lascia la SWM e continua a correre saltuariamente in forma privata con una KTM 250cc.
Anche qui riesce ad ottenere ottimi risultati alternando all'Enduro qualche gara di MotoCross.
E' proprio nel Cross che conquista i primi posti anche senza lo specifico allenamento: insieme ai professionisti partecipa a gare nazionali e vince nella categoria Junior.

1982  Interrompe la sua attività agonistica: stop agli allenameni, stop alle gare fino all'87. Si dedica così anima e corpo al lavoro.
"... Elena, la mia ragazza, non è d'accordo e si oppone alla mia scelta. Conoscendomi capisce quanto sia importante per me l'attività motociclistica..... Ma i problemi legati al lavoro hanno su di me preso il sopravvento e resto della mia decisione!!!..."

1987 La passione per Meoni sembra non finire.
Le sue gare iniziano con KTM 250 cc. gare saltuarie e non preparate.
Pur senza allenamento è 1° CAMPIONE ASSOLUTO nell'enduro in Toscana.

1988  Continua a salire in moto quasi per divertimento solo in occasioni di gare e soprattutto senza allenamento.
Ma i risultati non cambiano:
1° ASSOLUTO CAMPIONE TOSCANO
1° CAMPIONE ITALIANO JUNIOR 250cc.
Nello stesso anno un sogno si realizza: si sposa con Elena che non hai mai smesso di credere in lui.

1989 Fabrizio è nella classe Senior ma in quest'anno cessa di correre nell'enduro.
Concentra, così, il suo poco tempo a disposizione e le sue piccole finanze per 'L'Incas Rally', in Perù.
Il pilota noleggia una moto KTM 350 per il suo primo Rally in assoluto.
L'avventura inizia....
Le doti di grande campione emergono anche in questa occasione: Fabrizio rischia di vincere ma, a causa di un infortunio ad un polso risulta alla fine essere solo 4°.
Tuttavia "...E' qui che scopro la mia predisposizione e mi appassiono completamente...".

1990  E' in quest'anno che scopre l'Africa.
Allestisce un KTM 500cc. 2 tempi per i rally per partecipare al Rally di Tunisia pur non avendo nessuna esperienza di deserto e di navigazione.
Si inizia: Fabrizio è da sempre nelle prime posizioni fino all'ultima tappa. Ma la sfortuna si abbatte ancora su di lui: cade e si infortuna (lussazione dell'anca).
Un sogno sfuma!
Ma la vendetta contro la sfortuna si consuma 3 mesi dopo:
è 1° nell'Incas Rally Lima-Rio dopo 20 giorni di gara.

1992  I tempi sono maturi:
Fabrizio partecipa alla sua prima Dakar "...Il mio Sogno!..."
Dopo 30 giorni di gara con una Yamaha XTZ660 messi a disposizione dalla Belgarda ma completamente di serie ottiene il 12° posto assoluto 1° dei privati (Paris - LeCap) e 3° assoluto nel Rally dei Faraoni con Yamaha 490WR 2 tempi.

1994  Con l'aiuto dell'importatore Dallara di Bergamo e con l'assistenza tecnica di Romeo Feliciani, meccanico in gara, cambia la sua moto con un Honda XR600.
Partecipa alla Paris - Dakar - Paris ottenendo: il 3° posto assoluto, il 1° monocilindri e tra i privati il 1° posto. E' nel Rally successivo, in Tunisia, che un incidente di gara lo priva del suo amico Angelo Cavandoli, con il quale lottava per i primi posti.
Il dispiacere è tanto e una crisi lo accompagna fino all'anno successivo quando, anche per la mancanza di uno sponsor, rischia di non partecipare alla Granada - Dakar.

1995 Nonostante il 3° posto alla precedente Dakar rischia di non essere alla partenza, per la Granada-Dakar, per mancanza di uno sponsor.
Tuttavia Vito Consoloni, titolare della UFO, gli viene incontro pagandogli l'iscrizione e così riesce a partire.
Privo di meccanico e senza assistenza per assenza di budget si appresta a partire. A tutto questo si aggiungono delle coliche renali che lo accompagnano per tutta la gara. Anche i medici cercano di convincerlo a fermarsi.
Ma Fabrizio non si ferma: risulterà 4° assoluto con la sua Honda XR600 Dallara.
"...questa è stata per me la gara più difficile… ma anche la più bella..."

1996 Meoni passa alla KTM 660 e corona il suo sogno vincendo 3 tappe alla Dakar. Tuttavia il risultato finale viene compromesso da un problema meccanico effetto di una caduta.
Da questa gara "...prendo coscienza della mia forza. Mi sento più sicuro e determinato e soprattutto in grado di aprire la pista..."
Decide di aumentare gli allenamenti, sempre seguito dal suo meccanico fidato Romeo Feliciani; ma solo dopo il lavoro e durante il fine settimana considerato che il lavoro ancora lo occupa per molto tempo.

1997 Fabrizio viene inserito nella squadra ufficiale della KTM per la Dakar. Purtroppo il secondo giorno cade, si infortuna ad un polso e la sua gara finisce lì.
Ma la KTM gli dà ancora fiducia e lo inserisce in squadra anche in Tunisia:
"... io contraccambio la fiducia vincendo…sarò secondo in Dubai..." 

1998 Partecipa alla Dakar e nonostante il GPS condizioni negativamente tutta la sua gara, perché non funziona quasi mai, giunge secondo dietro Petherhansel, ma davanti a tutti gli altri suoi compagni di squadra.
Comunque questo è un anno più che positivo considerato che è 1° in Egitto, 2° in Tunisia, 2° in Dubai e 2° Master Rally - Parigi - Venezia - Samarcanda - Mosca.

1999 E' un anno cruciale "...mi sento più forte e più preparato, ma..." nonostante ripetuti problemi ai serbatoi e conseguenti stop sulla pista senza benzina è terzo a 15 minuti dal primo prima dell'ultima tappa. Ma sulla spiaggia vicino Dakar si rompe il motore e, invano, aspetta assistenza che arriverà solo dopo molte ore.
Quando la gara riprende è decimo.
Cominciano ad incrinarsi i rapporti con la KTM, il budget viene diminuito e lui viene lasciato libero. Sta finendo la passione? No.
Credendo sulle sue forze e grazie all'aiuto di terzi, ancora una volta Vito Consoloni della UFO e Aldo Wincler della NIKON ITALIA, parte per l'Egitto e in Dubai vince due rally.
"...prima pensavo ad un ritiro...", ora questa vittoria lo rilancia.
La KTM lo richiama e comincia a riservargli delle attenzioni che non c'erano mai state fino a quel momento. Forse la KTM si sta davvero rendendo conto di chi è davvero Fabrizio Meoni!!!

2000 La KTM vuole l'esclusiva ma Meoni lega anche con Assomotor, il cui manager è Alfredo Bevilacqua. Parte per la Dakar ma si ritira solo dopo quattro tappe per un infortunio e per problemi meccanici alla moto.
Tutto ciò perché la KTM gli ha preparato una moto performante ma troppo nuova che lui considerava poco competitiva; lui infatti avrebbe preferito partecipare con la vecchia che riteneva più affidabile. Da questo momento Meoni viene scelto come collaudatore dalla KTM.
I risultati non tardano ad arrivare visto che vince tutti e tre i rally.
Comunque a differenza dei suoi avversari, tutti professionisti, Fabrizio si allena solo dopo il lavoro: gestisce infatti una rivendita di fuori strada.
Ma la crescita e l'affidabilità della KTM unite all'esperienza di guida di Meoni determineranno un cocktail di determinazione, potenza che porteranno la marca e il pilota ad essere protagonisti di lì a breve.

 2001 Il sogno diventa realtà.
"...mi trovo di fronte ad un bivio o lasciare il lavoro per dedicarmi completamente alla professione di pilota o lasciare le corse. Consigliato anche da mia moglie Elena decido di lasciare il lavoro e diventare professionista della moto al 100%. Magari la mia è stata una carriera al contrario: forse avrei dovuto correre a vent'anni e attaccare il casco al chiodo a quaranta.
Ma ormai non torno indietro. I fatti mi danno ragione sono primo assoluto alla Dakar..."
.
Subito dopo il successo, la KTM gli chiede di sviluppare la nuova moto bicilindrica: una sfida rischiosa ma nello stesso tempo emozionante.
Meoni accetta l'incarico consapevole, tuttavia, dei rischi che si possono correre nel lasciare una moto affidabile ed estremamente competitiva per una moto che non dà nessuna certezza.
A ciò si aggiunge che le caratteristiche tecniche della nuova moto non danno garanzia di risultato, in quanto la moto risulterà sì potente ma anche molto pesante e molto maneggevole.
Seguendo le sue indicazioni, i meccanici costruiscono una moto che sarà subito vincente all'esordio in Egitto e alla Dakar; quest'ultima una gara che, nel suo percorso, risultava poco favorevole alla nuova moto bicilindrica.
"...è mio dovere, impegno e soddisfazione ricordare coloro che sono stati protagonisti forse più di me e mi hanno messo a disposizione una moto vincente. Eccoli i veri campioni:
Felber Wolfgang  Holweg Claus  Bruno Ferrari  Romeo Feliciani..."  
Arnaldo Nicoli e tutti quanti hanno collaborato al progetto LC8.

2003

Anche il 2003 è un anno fortunato per Fabrizio in sella alla sua KTM.
Fabrizio è vincente al Rally di Tunisia.
Poco dopo il suo 45° compleanno partecipa alla Dakar e guadagna un meritatissimo terzo posto dietro ai francesi Richard Sainct e Cyril Despres, entrambi su Ktm
La KTM 950 Rally che lo aveva portato alla vittoria nel 2002 è stata meno affidabile delle monocilindriche che infatti si sono aggiudicate i primissimi posti, poi la maledetta caduta alla quattordicesima tappa, quando cercava disperatamente di accorciare il distacco da Sainct, è stata fatale. Però la vittoria della tappa successiva, quando ferito e dolorante è giunto primo ad Abu Rish, ha confermato la sua razza di campione. "Ho dato tutto il mio cuore in questa Dakar - ha dichiarato Meoni -. Ho avuto problemi meccanici e fisici, spesso entrambi insieme. Ma credo che questa sia la Dakar nella quale ho mostrato più coraggio. Ed è una grande soddisfazione". 

Da sempre Fabrizio Meoni è stato seguito da Romeo Feliciani meccanico di fiducia

Martedi' 11 Gennaio 2005   (da www.fabriziomeoni.it)

<> Non avremmo mai voluto scrivere questa notizia ma purtroppo Fabrizio è deceduto nel corso della 11.a tappa della Dakar.
Secondo l'organizzazione la causa ufficiale della morte è un'arresto cardiaco subentrato in seguito ad una caduta dopo il secondo punto di passaggio della prova speciale, alle 10.15 ora locale.

E' superfluo dire che la notizia ci ha gettati nel più profondo sconforto.
Ricorderemo per sempre Fabrizio come un grande pilota e un grande uomo.
Il suo ricordo rimarrà per sempre indelebile dentro di noi.

Ci uniamo al dolore della famiglia, degli amici e dei tanti tifosi.


Meoni, il dolore della Dakar www.fabriziomeoni.it

Grande tristezza nella carovana per la morte del 47enne toscano. Fretigné: "Era un grande". Lutto cittadino nella natia Castiglion Fiorentino.

KIFFA (Mauritania), 11 gennaio 2005 - Tanto dolore e incredulità. Sono queste le sensazioni più forti della carovana della Dakar alla notizia della morte di Fabrizio Meoni. Che per tutti non era un rivale, ma un amico. All'arrivo dell'11ª tappa tutti sono rimasti sbigottiti. A cominciare da David Fretigné, uno dei protagonisti di questa edizione: "Eravamo pazzi di lui - ha detto il francese - ha lasciato un segno profondo nella Dakar. Era un grande: ci faceva morire dal ridere; questa notizia ci ha colpito in modo terribile". Un dolore che ha colpito ancora più forte perché arrivato dopo un solo giorno dalla notizia della morte di un altro concorrente, lo spagnolo Jose Manuel Perez.

Carlo De Gavardo, compagno di squadra alla KTM, non riesce a spiegarsi l'accaduto: "Meoni fisicamente e psicologicamente era l'immagine di chi sta bene, un pilota completo - ha assicurato oggi il pilota cileno - sono costernato e afflitto e lo è anche mia moglie, amica di sua moglie. Sono addolorato per la morte di un caro amico come Perez e per quella di Fabrizio: quanto è accaduto a Fabrizio è peggio che mai, perché inspiegabile". Tra i più colpiti dalla notizia della scomparsa di Meoni i compagni di squadra Cyril Despres e Jean Brucy, già provati dalla morte di Richard Sainct, tre mesi e mezzo fa, durante il Rally dei Faraoni. I primi 20 motociclisti della classifica hanno chiesto agli organizzatori di potersi raccogliere in una sala appartata a Kiffa.

E lutto cittadino è stato subito proclamato a Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, il giorno in cui si svolgerà il funerale di Fabrizio. Nel paese natale Meoni viveva con la moglie Elena e i due figli, Gioele di 13 anni e Chiara di due anni e mezzo. "Voglio rivedere Fabrizio, riportatemelo quanto prima" le prime parole della moglie. Non appena la notizia della tragedia è arrivata in Italia, moltissimi abitanti di Castiglion Fiorentino sono andati a casa sua per esprimere il cordoglio alla famiglia. Perché Meoni era un uomo buono, innamorato dell'Africa e sensibile ai suoi problemi. Da tempo ormai il campione era impegnato in varie iniziative di solidarietà, aveva creato un'associazione, "In buone mani", ed era riuscito anche a far costruire una scuola a Dakar dove, terminato il rally, lo avrebbe dovuto raggiungere padre Arturo Buresti, il suo parroco da bambino.

Padre Buresti, 84 anni, ex missionario in Sud America e in Africa, cui Meoni bambino aveva fatto da chierichetto quando il sacerdote era parroco a Rivaio, aveva già il biglietto aereo in tasca per andare a Dakar. Avrebbe atteso il suo Fabrizio vicino alla scuola "Amici di Italia" che proprio Meoni aveva fatto costruire, già frequentata da ragazzi africani e per la quale sono in corso lavori di ampliamento. Sotto casa Meoni è arrivato anche Mario Ardenti, dell'associazione "In buone mani". "Padre Buresti - racconta Ardenti, anche lui in lacrime - avrebbe portato con sé questi depliant in Africa. E ora tutto è finito. Ma in memoria di questo grande amico, sportivo e con un cuore enorme, Castiglion Fiorentino proseguirà nella sua azione".